La Quinoa (Chenopodium quinoa) appartiene alla famiglia delle Chenopodiaceae, la stessa di spinaci e barbabietole, e, così come l’amaranto, è uno pseudocereale originario delle regioni Andine di Perù e Bolivia.
Siccome vi ho recentemente spiegato una mia ricetta con la quinoa, adesso vi racconto un po’ di curiosità su questa pianta!
1. La quinoa contiene tutti e nove gli aminoacidi essenziali, è ricca di sali minerali (fosforo, magnesio, zinco e ferro), possiede un alto contenuto di proteine, vitamine (B, C, E), e non contiene glutine. È composta per il 60% circa da carboidrati complessi e a basso indice glicemico, che aiutano a contenere i livelli di zuccheri nel sangue e a tenere sotto controllo la fame.
2. Per via dell’elevato contenuto proteico, la quinoa è sempre stata fondamentale per il nutrimento delle popolazioni andine: gli Incas la chiamavano “chisiya mama”, che vuol dire “madre di tutti i semi“. La coltivazione della quinoa fu ostacolata durante il periodo della conquista spagnola, in cui si cercò di introdurre il grano.
3. Per quanto riguarda l’utilizzo, la quinoa è molto versatile e si presta bene a sostituire riso o pasta, il che la rende preziosa per chi soffre di celiachia. La preparazione è molto semplice: basta sciacquarla bene in modo da eliminare le saponine che ne rivestono i semi (o in alternativa lasciarla in ammollo per qualche ora) e poi farla cuocere in acqua bollente per circa 20 minuti.
4. È possibile far germogliare facilmente i chicchi di quinoa per ottenere un incremento sostanziale dei valori nutrizionali della pianta: basta, dopo averli lavati, lasciare i semi in ammollo in una ciotola, sommersi in acqua fresca che andrà cambiata ogni 8-12 ore per circa due giorni. Bisogna poi spostare la quinoa su un piatto o un vassoio, coprire con un panno e lasciar riposare in un luogo buio. Una volta germinati, i semi potranno essere conservati in frigo in un contenitore ermetico per circa due settimane. Possono essere consumati crudi o sbollentati, e sono ottimi nelle insalate!
5. Una curiosità: anche se non molto diffuse, pure le foglie della quinoa sono commestibili, con una preparazione analoga a quella degli spinaci e delle foglie di barbabietola.